Discovery engine e motori di ricerca passivi : ovvero come districarsi nella giungla di dati della rete

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Discovery engine e motori di ricerca passivi : ovvero come districarsi nella giungla di dati della rete

La rete sta diventando sempre più affollata di contenuti anche grazie all’avvento dei social network che facilitano e invitano gli utenti ad inserire nuovi dati nella rete.. Siano notizie, foto, o anche semplici tweet..

Districarsi in questo universo mediatico è sempre più difficile e stanno quindi nascendo nuovi modi per aiutare l’utente a fruire in maniera diversa delle informazioni disponibili in rete… i discovery engine.

Per leggere questo articolo ti consiglio di ascoltare in sottofondo o a palla come preferisci :

http://www.youtube.com/watch?v=TsMoYTf_9iY

Questi nuovi tipi di motori di ricerca, i cosiddetti motori di ricerca passivi, si occupano di selezionare i contenuti in base agli interessi dell’utente e a proporli di volta in volta senza dover effettuare alcuna ricerca.

Scoperti i tuoi interessi il motore sfrutta la propria intelligenza artificiale per proporre contenuti originali che difficilmente sarebbero stati trovati se non a frutto di vari processi di ricerca.

Un esempio di questo tipo è Trap.it che consente di “intrappolare” contenuti e capire così i tuoi gusti per poter affinare le sue doti di ricerca.. progetto molto interessante che sfrutta la stessa intelligenza artificiale del sistema di riconoscimento vocale di Iphone 4s ovvero Siri.

Un altro esempio che mi ha sempre affascinato è StumbleUpon : gli utenti tramite l’apposita toolbar o l’app dedicata  possono segnalare una pagina ed esprimere un giudizio sia positivo che negativo. Il sistema apprende e categorizza le segnalazioni, e sulla base dello storico propone agli utenti contenuti in linea con i loro gusti e interessi. In questo ultimo periodo hanno fatto molti sforzi per dare nuova linfa al progetto nato 10 anni fa e a mio avviso hanno fatto un gran bel lavoro.

Anche il social di successo di questo momento, ovvero Pinterest, sfrutta lo stesso tipo di approccio e consente di “pinzare” i contenuti e di catalogarli per offrire una fruizione del tutto nuova degli stessi.

Snip.it è un altro caso molto simile in cui l’utente può catalogare di volta in volta i contenuti che osserva, a differenza di Pinterest non si limita alle sole immagini…  ed è proprio questo il suo grande pregio/difetto.

Ma il caso più ecclatante probabilmente è Twitter che nella sua ultima interfaccia ha inserito la funzione discover che consente di scoprire contenuti senza utilizzare il solito flusso di informazioni. Infatti raggruppa una serie di hashtag che potrebbero interessarti senza dover effettuare alcuna ricerca.

I motori di ricerca passivi, o discovery engine come volete chiamarli stanno dunque prendendo sempre più piede senza che ce ne rendiamo nemmeno conto e saranno a mio avviso uno dei punti chiave della rete negli anni a venire… e voi cosa ne pensate?

By | 2012-02-15T23:27:00+00:00 febbraio 15th, 2012|Motori di ricerca, Social network|0 Comments

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